L’ arte preistorica

I primi segni dell’arte

L’essere umano, con molta probabilità, ha sempre sentito il bisogno istintivo di rappresentare, con segni e colori, il lungo e faticoso cammino della sua esistenza, in ogni tempo e in ogni luogo. La creatività manuale e astratta ha sempre distinto la razza umana dagli altri animali, illustrare e colorare non ha in se nessuna utilità pratica immediata e non è una attività essenziale primaria che serve alla sopravvivenza, ma i nostri antenati hanno sempre sentito lo stesso il bisogno di prendere in mano un pezzo di legno bruciato e con questo disegnare sulla roccia la fantasia che brillava nelle loro menti.

La rappresentazione grafica di un evento o più semplicemente una decorazione si ritrova, come abbiamo visto, anche nei nostri più lontani progenitori, disegnare dei semplici segni oppure realizzare decorazioni articolate e complesse non è prerogativa solo dei giorni nostri, ma anche dei nostri lontani parenti, addirittura, le prime tracce di questa attività risalgono a circa 77.000 anni fa. All’inizio erano semplici segni incisi nella roccia e figure geometriche poi, successivamente, figure più complesse e riconoscibili. La creatività vera e propria però è riconducibile a circa 40.000-30.000 anni fa quando si cominciarono a vedere nelle grotte, disegni di animali e uomini realizzati con particolare bravura e abilità, ed è proprio da queste rocce dipinte che nasce la cosiddetta arte rupestre. L’abilità dei nostri progenitori però non si ferma qui, intorno a 25.000 anni fa, con la scoperta e produzione di nuovi utensili, nasce l’arte mobiliare ovvero la rappresentazione di animali e figure femminili realizzate su pietre ossa e frammenti d’avorio.

L’arte preistorica ei suoi significati

Ancora oggi non è chiaro il significato dei segni incisi nella roccia, è difficile infatti teorizzare quali siano stati i motivi che hanno spinto gli  esseri umani, migliaia di anni fa, a intraprendere l’attività artistica e soprattutto se questi erano coscienti della propria creatività. Sono state formulate diverse ipotesi per spiegare la volontà, di rappresentare in maniera astratta o naturale, il mondo e la vita dell’uomo primitivo. La prima ipotesi è legata ai bisogni primari ovvero, procurarsi il cibo per la propria sopravvivenza e per i nostri progenitori questo  voleva dire andare a caccia. Nelle incisioni e nelle pitture più complesse ritrovate nelle grotte di tutto il mondo il tema predominante è appunto la caccia, ma c’è chi avanza altre ipotesi interpretando l’arte rupestre come un segno distintivo o un simbolo dell’appartenenza a un clan o una tribù. Il fatto che i dipinti siano realizzati sulla roccia, all’interno di grotte buie e a volte inaccessibili, fa pensare a qualcosa di sacro e cerimoniale dove l’artista, coinciderebbe nella figura dello sciamano, colui che con le sue mani magiche riproduce il mondo circostante e attraverso una sorta di rito religioso auspica il successo di una battuta di caccia. Entrando in queste grotte noi, Homo sapiens, proviamo sempre tanto stupore e meraviglia per la bellezza e la complessità delle pitture sulla roccia, ma se noi rimaniamo a bocca aperta difronte allo splendore di queste pitture, cosa provava invece il semplice cacciatore che si addentrava nella grotta e vedeva per la prima volta, nella penombra di una fioca luce di una torcia, l’opera dell’artista sciamano?    

I primi studiosi dell’arte preistorica

Il primo studioso e pioniere dell’arte preistorica è stato certamente l’abate francese Henri Breuil (1877-1961) i cui studi e ricerche si sono concentrati soprattutto in Spagna e in Francia. Nei  primi anni del novecento però lo studio dell’arte preistorica diventato più articolato e non più legato all’improvvisazione infatti, ai vari ricercatori e esploratori sul campo si affiancarono studiosi di altre discipline come geologi, etnologi e antropologi creando così nuove discipline come la paletnologia  e la paleontologia. Gli esponenti di spicco di questa nuova maniera di affrontare l’arte preistorica furono Andrè Leroi-Gourhan (1911-1986) e Paolo Graziosi (1906-1988) che con i loro studi e ricerche contribuirono a comprendere e a interpretare gli stili e i significati simbolici dell’arte preistorica usando un metodo interdisciplinare.

Lo studio multidisciplinare della Preistoria

Lo studio dell’arte del periodo  preistorico è molto difficile e complesso, soprattutto per il fatto che non esistono fonti scritte da tradurre che spieghino i reperti riportati alla luce, d’altronde, il nome stesso della Preistoria significa prima della Storia e la Storia, come sappiamo, inizia  convenzionalmente 6000 anni fa nel Vicino Oriente con l’invenzione della scrittura. Gli studiosi che affrontano lo studio di questo periodo sono molti e tutti lavorano in sintonia verso un unico scopo, scoprire e decifrare i piccoli e fragili segni del passaggio dei nostri antenati su questa terra. Per capire la complessità di questi studi facciamo un elenco delle varie discipline che si cimentano nella ricerca di una risposta. I paletnologi studiano la cultura materiale dell’uomo primitivo, i paleontologi cercano di capire come l’uomo si è evoluto, gli archeozoologi studiano gli animali e la loro interazione con il genere umano, i geologi studiano i luoghi e le rocce in cui sono vissuti i nostri  progenitori e in particolare, determinano l’età del terreno attraverso  la stratificazione, biologi e chimici hanno il compito invece di datare i reperti ritrovati attraverso il carbonio-14. Il radiocarbonio(carbonio-14) è un isotopo presente i tutti gli organi viventi e le  sostanze organiche in maniera costante, con la morte dell’organismo il carbonio-14 essendo radioattivo comincia a decadere ed è proprio attraverso questo decadimento che biologi e chimici riescano a datare un reperto organico. 

Foto di Richard Riveiro da Pixabay

Non sappiamo nulla degli artisti che hanno decorato con grande abilità queste grotte ma sappiamo benissimo il fascino che loro hanno avuto e continuano ad avere sugli artisti dei giorni nostri, purtroppo però, non è possibile visitare queste grotte a causa della delicatezza dei dipinti, è possibile però visitare i musei dove sono esposte copie fedeli e affidabili. Se desiderate immergervi nella famosissima grotta di Lascaux per ammirarla in un viaggio virtuale, guardate il video qui sotto.

Fonte: dossier arte


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